Disabilità emarginata in Uganda:”Realtà marginale”

Ci scrive il dottor Paolo M. Giambelli, Uganda Program Coordinator dell'Italian Agency for Development Cooperation, per una precisazione: "La società ugandese è inclusiva e attenta all’infanzia più sfortunata".

Spettabile Redazione,

ho letto con interesse l’articolo relativo alla meritevole iniziativa del fotografo Giulio Tonincelli di documentare l’intervento di protezione e supporto alle persone con disabilità nell’area di Kalongo (lo puoi leggere qui, ndr).

Leggo invece con dolore l’incipit….. “Qui si emarginano, rinchiudono, incatenano o addirittura uccidono bambini e bambine con disabilità mentali o fisiche perché percepiti come una maledizione potenzialmente contagiosa”.

Frase che da risalto a una realtà, che se mai esistesse, è marginale e non rappresenta affatto la cultura e la società ugandese e nel particolare delle popolazioni Lango, inclusive (spesso molto di più di quanto noi non si sappia o riesca più a essere in Italia) e particolarmente attente all’infanzia, ai loro figli, soprattutto i più sfortunati.

Mi spiace che ancora nel 2024 si porti l’attenzione verso l’Africa evidenziando aspetti che fanno riferimento a costumi che possono ricordare popolazioni “barbare e violente” da sviluppare o educare alla nostra cultura immaginata superiore.

Cordialmente

Dr. Paolo M. Giambelli
Uganda Program Coordinator
Italian Agency for Development Cooperation

 

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