Spettabile Redazione,
ho letto con interesse l’articolo relativo alla meritevole iniziativa del fotografo Giulio Tonincelli di documentare l’intervento di protezione e supporto alle persone con disabilità nell’area di Kalongo (lo puoi leggere qui, ndr).
Leggo invece con dolore l’incipit….. “Qui si emarginano, rinchiudono, incatenano o addirittura uccidono bambini e bambine con disabilità mentali o fisiche perché percepiti come una maledizione potenzialmente contagiosa”.
Frase che da risalto a una realtà, che se mai esistesse, è marginale e non rappresenta affatto la cultura e la società ugandese e nel particolare delle popolazioni Lango, inclusive (spesso molto di più di quanto noi non si sappia o riesca più a essere in Italia) e particolarmente attente all’infanzia, ai loro figli, soprattutto i più sfortunati.
Mi spiace che ancora nel 2024 si porti l’attenzione verso l’Africa evidenziando aspetti che fanno riferimento a costumi che possono ricordare popolazioni “barbare e violente” da sviluppare o educare alla nostra cultura immaginata superiore.
Cordialmente
Dr. Paolo M. Giambelli
Uganda Program Coordinator
Italian Agency for Development Cooperation