Gardapost dialoga con Andrea Maggioni

SALO’ – Risponde alle nostre domande Andrea Maggioni, Vicepresidente di Visit Brescia con delega per il Lago di Garda, Coordinatore di Confesercenti per la Lombardia orientale, Presidente dell’Associazione commercianti Salò Promotion e Delegato di Presidenza della Comunità del Garda.

Vorremmo innanzitutto sapere se è possibile fare un primo bilancio della stagione turistica di quest’anno.

«I mesi di marzo, aprile e maggio non sono stati pienamente soddisfacenti per via sia delle condizioni metereologiche, sia dei flussi turistici in arrivo sul Garda.

Nel proseguo della stagione abbiamo recuperato. Manca ancora poco meno di un mese alla conclusione della stagione ed è quindi ancora presto per un bilancio complessivo. Nel periodo delle Festività Natalizie riusciamo a dare un ultimo contributo al totale delle presenze dell’anno, grazie ad alcune strutture alberghiere che restano aperte.

Il calo dei nostri storici clienti tedeschi è stato concreto e sensibile per via delle difficoltà economiche che la loro economia sta attraversando. Grazie anche al lungimirante lavoro di promozione di Visit Brescia e del Consorzio Garda Lombardia abbiamo in parte compensato con un nuovo e diverso mix di presenze con un significativo contributo di Nord Americani, Emiratini ed Europei dell’Est.

Possiamo ragionevolmente auspicare che il numero di presenze del 2024 non si discosterà molto da quello del 2023. Un grande risultato.

In Provincia vi sono migliaia di strutture ricettive, centinaia di migliaia di posti letto e decine di migliaia di esercizi commerciali che consentono alla “destinazione Brescia” d’essere sul podio insieme a Milano in termini di presenze turistiche. Ecco, mi faccia fare i complimenti a tutti gli operatori del settore e ad i loro collaboratori che ogni anno garantiscono e contribuiscono a creare questo vero miracolo».

Questo aspetto non è di poco conto, considerando che la Germania è il nostro mercato principale…

«I nostri mercati principali in termini di presenze sono e saranno ancora per un lungo periodo quello tedesco, austriaco, e dei Paesi nord-europei in generale. Stiamo assistendo ad un ritorno importante degli inglesi dopo la pausa dovuta all’epidemia di Covid.

Tre sono poi i mercati interessanti che stanno emergendo in modo importante: quello nord-americano di Stati Uniti e Canada, che vede, in Provincia di Brescia, un aumento delle presenze del 295% nell’ultimo triennio. Quello emiratino con numeri ancora contenuti ma con grande potenzialità e quello dell’est Europa, trainato da una nuova borghesia che sta nascendo in Polonia, Repubblica Ceca e Paesi baltici.

Segnali interessanti anche dal mercato francese, con specifiche provenienze: Parigi e Costa Azzurra.

Insomma, il lavoro di promozione degli ultimi anni di Visit Brescia e del Consorzio Garda Lombardia sta dando risultati tangibili e sta compensando i problemi economici europei che avrebbero potuto creare una crisi turistica nella nostra provincia».

 

Perché è così importante la nascita di nuovi mercati?

«La fortuna turistico commerciale del lago di Garda, negli ultimi quarant’anni, sono stati i clienti tedeschi, olandesi e austriaci. L’Europa occidentale, occorre essere sinceri, è in declino demografico ed economico e le nuove generazioni – a differenza di quanto facevano i loro genitori – sono molto più propensi a viaggiare in aereo verso altre mete europee, sono, come vengono definite dai giornali, le “generazioni Ryanair”.

Il quadro geopolitico ha visto azzerare mercati come quello russo, ucraino ed israeliano negli ultimi anni. A tutto ciò si aggiunga la prossima chiusura parziale del Brennero in un tratto austriaco, principale porta d’accesso per il Lago di Garda, per alcuni anni al fine di consentire i lavori di manutenzione dei viadotti autostradali.

Il Mondo cambia e si sta evolvendo: il lago di Garda non si trova più a competere con gli altri laghi alpini o al massimo con la costiera Adriatica come accadeva in passato. Oggi la competizione è mondiale, con destinazioni che hanno una grande capacità narrativa, facilità di raggiungimento e un’offerta paesaggistica e culturale paragonabile alla nostra.

Alla luce di tutto questo non possiamo rimanere immobili.

L’obiettivo potrebbe essere quello di contenere gli arrivi ed allungare le presenze alzando, fra l’altro, il livello qualitativo della nostra offerta.

È innegabile che il turismo ed il commercio nella nostra Provincia, ma soprattutto in alcune zone; hanno contribuito in modo significativo a creare prima e a mantenere poi un benessere diffuso.

Uno recente studio di Gabetti International certifica che il lago di Garda – nella sua interezza – produce un “valore” in turismo e commercio di circa 4 miliardi e 200 milioni di euro all’anno, in Italia siamo secondi solo a Roma, ma prima di Milano. Questo ci fa comprendere come i due settori sono il passato, il presente e il futuro e che devono essere messi al centro di ogni strategia di sviluppo in ogni sua declinazione; senza però dimenticarsi dei residenti: sul Garda abitano 950mila persone che devono partecipare e beneficiare di questo miracolo economico. Serve un patto tra chi qui vive e chi lavora, affinché parte dei benefici ricadano anche su coloro che vivono nella nostra realtà. Basta ricordare le migliaia di posti di lavoro e l’imposta di soggiorno che consente ai Comuni gardesani di ricavare milioni di euro che si traducono in beni e servizi a disposizione della collettività».

È evidente che per affrontare una simile sfida sia necessario rivedere l’offerta turistica. In che modo?

«Dobbiamo portare sul lago di Garda un diverso mix di presenze con diverse tipologie differenti di turisti in termini di paese di provenienza, età anagrafica ed interessi.

Basti pensare che un nordamericano ha da una parte un potere di spesa due volte superiore ad un nord Europeo e, dall’altra, ha nuove e diverse esigenze rispetto ai nostri clienti storici.

Stesso discorso lo possiamo fare per gli emiratini ed i cittadini dell’Europa dell’Est.

Occorre, da parte di tutti gli operatori, un salto in avanti, una evoluzione della nostra offerta, senza naturalmente snaturare l’esperienza “Lago di Garda” che attrae ogni anno oltre 26 milioni di presenze».

Quali possono essere le ricadute sul territorio di questa offerta turistica maggiormente diversificata?

«Sicuramente il livello infrastrutturale è essenziale: per alzare il livello del turismo e offrire un servizio di qualità non bastano alberghi, bar e ristoranti adeguati, servono anche servizi adeguati. Il Garda bresciano è servito essenzialmente dall’autostrada A4, dalla Statale 45bis, risalente al 1991 con una carreggiata per senso di marcia – ormai anacronistica ma per fortuna che c’è – e dalla Gardesana occidentale, datata 1931. Nel frattempo, sono però quasi quintuplicate le presenze e più che triplicati i residenti.

Servono infrastrutture nuove, senza naturalmente deturpare il territorio e senza distruggere la bellezza del lago che d’Annunzio definiva “indicibile” tanto era incredibile. Mi vengono in mente due cose concrete: la fermata dell’Alta Velocità sulla linea ferroviaria Torino-Venezia dedicata al Garda, che ritengo sia fondamentale per intercettare clienti internazionali; e una nuova sfida per l’aeroporto di Montichiari.

Serve poi un importante investimento infrastrutturale dalla Valtenesi a salire in direzione nord: oggi la situazione è insostenibile. Due le proposte concrete: la prima riguarda Navigarda che – a mio avviso – dovrebbe passare dalla “modalità croceristica” ad essere un vero e proprio servizio di mobilità su acqua, con collegamenti veloci a servizio delle persone in stile vaporetto di Venezia.

La seconda ha ad oggetto un investimento importante sulla strada Gardesana che collega Salò a Riva del Garda – bellissima, certo – ma che dimostra tutto il suo secolo di vita. Andrebbero ripensate alcune delle gallerie esistenti, i restringimenti di carreggiata, i semafori e gli attraversamenti pedonali, così da rendere più fluido il traffico.

L’adeguamento infrastrutturale del Garda necessità di cospicui finanziamenti, è una sfida per tutti».

Durante questa estate spesso ci siamo occupati di overturism. Com’è la situazione sul Garda?

«L’overtourism è un problema che colpisce in modo evidente le città d’arte e le destinazioni più iconiche. Secondo dati ancora attuali, il 70% dei turisti stranieri si concentra sul 2% del territorio nazionale. Questo crea una dinamica che indebolisce le destinazioni più visitate, sottoposte a un carico insostenibile e lascia invisibili molte altre zone che custodiscono bellezza, cultura e tradizioni.

Sarò chiaro, credo che il Garda bresciano sia, fortunatamente, molto lontano da questa dinamica se non in alcuni specifici giorni, in determinate ore e in alcuni tratti della costa che hanno criticità infrastrutturali o d’accesso.

Il turismo è una forza positiva, non solo per i viaggiatori, ma soprattutto per le Comunità come lo nostre che lo accolgono. Occorre continuare a costruire un turismo sostenibile, in cui chi visita e chi accoglie trovano un punto d’incontro autentico e rispettoso.

Spesso sul Garda si scambia per “overturismo” la mancata realizzazione di infrastrutture a servizio delle esigenze del tempo».

Nel corso dell’intervista si sono toccati molti temi, con altrettanti spunti da parte sua. Rilevo però che molto di quanto detto richiederebbe uno sforzo sincronizzato di molteplici Enti e istituzioni – pubbliche e private – cosa mai facile da realizzarsi in Italia. Come ciò sarebbe possibile?

«Ritengo che possano operare insieme attraverso due vie: il valore aggiunto intrinseco e valorizzando le Istituzioni che già ci sono.

Dal momento in cui le Associazioni e gli Enti saranno coinvolti in questa progettualità, ognuno di essi potrà concorrere a disegnare il futuro. Questo è un grande valore aggiunto, basato sulla pluralità di visioni.

Esistono poi molteplici istituzioni, pubbliche e private, che operano sul territorio. Penso alla Comunità montana del Parco Alto Garda bresciano, che raggruppa tutti i comuni da Salò a Limone; alla Comunità del Garda, che rappresenta 55 comuni gardesani; a Garda Unico, VisitBrescia e al Consorzio Garda-Lombardia, unici soggetti titolari della promozione turistica. Questi sono i luoghi deputati a progettare il futuro, ognuno con la propria competenza».

Andrea Maggioni.

 

 

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