L’ultimo sopravvissuto di Rigopiano: “Tragedia che si poteva evitare”
SALO' - Con drammatica serenità (ossimoro a tutto tondo), giovedì sera alla biblioteca di Salò Giampaolo Matrone ha presentato il suo libro "L’ultimo sopravvissuto di Rigopiano. 62 ore sotto la neve" (Newton Compton Editori, € 9,90).
Intervistato da Roberta Ghirardi, Matrone ha raccontato di quel “disastro ancora senza colpevoli” che il 18 gennaio 2017 ha sepolto e ucciso 29 persone, tra le quali sua moglie Valentina, lasciando orfana la piccola Gaia di soli cinque anni.
Matrone, che vive a Monterotondo (Roma) non si è mai scostato da una narrazione sobria e priva di emozioni solamente in apparenza, con un pubblico tra l’attento e l’attonito, colpito dai fatti incredibili e perplesso di fronte alle accuse.
Vere e proprie sciabolate che hanno confermato tanti sospetti su responsabilità di ogni genere, enormi in un evento così disastroso.
Una situazione talmente palese, ha detto, di fronte alla quale pareva di trovarsi” in una partita che può terminare tranquillamente 4 – 0. Invece la sentenza ha fissato la nostra sconfitta per 1 – 2. Per fortuna la Cassazione ha modificato il risultato: 1 – 0 a favore (si fa per dire) di chi il disastro lo ha subito. Ebbene: io porto a casa questo 1 – 0″. Un risultato striminzito, vero, ma almeno minimamente positivo.
Ma la parziale consolazione non basta.
Matrone non ha tentennamenti nell’affermare che lui non perdona i responsabili di quella strage, che lui la fiducia nella Giustizia non ce l’ha più. Ed elenca una serie di politici di massimo livello, dal Quirinale a Palazzo Chigi, generosi nel dare pacche sulle spalle per anni, senza però andare oltre qualche euro sparso qua e là.
Fu una strage che poteva essere prevista e che non doveva accadere.
Matrone pare non emozionarsi mai ma si intuisce che il suo animo sta ancora bollendo.
A Gaia, ormai tredicenne, ha raccontato la verità.
Doppiamente amara.
Bruno Festa
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