Teresio Olivelli, ribelle per amore

SALO' - Salò ricorda Teresio Olivelli, in occasione dell’80esimo della morte, con la presentazione del libro di Anselmo Palini.

Il 17 gennaio 1945, in conseguenza di un pestaggio subito per avere difeso un compagno di prigionia, moriva nel lager di Hersbruck, un sottocampo di Flossenbürg, Teresio Olivelli, autore della celebre “Preghiera del Ribelle”, esponente di primo piano della Resistenza nelle file delle Fiamme Verdi, tra i fondatori del foglio clandestino “Il Ribelle”.

Per ricordare questo giovane “ribelle per amore”, che ha dato la vita per la nostra libertà, è stato organizzato a Salò un incontro per venerdì 17 gennaio 2025, proprio nel giorno in cui ricorre l’80mo anniversario della sua morte.

L’incontro è organizzato dal Gruppo Alpini di Salò con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e della Parrocchia di Salò. Si svolgerà, con inizio alle 20,30, presso la Sala dei Provveditori.

La figura di Teresio Olivelli sarà presentata dal prof. Anselmo Palini, autore di un volume più volte ristampato per l’editrice Ave su “questo giovane meraviglioso, la persona forse più intelligente che io abbia mai conosciuto”, come lo ha definito padre David Maria Turoldo, mentre don Primo Mazzolari lo ha indicato come “lo spirito più cristiano del nostro secondo Risorgimento”.

Alcuni brani tratti dal libro di Anselmo Palini saranno letti da Giacomo Taddei.

 

Teresio Olivelli

Il lager di Hersbruck è stato la tappa finale di un cammino di maturazione e di crescita: cresciuto in Azione cattolica, nella Fuci e nella S. Vincenzo, il giovane Olivelli abbracciò il fascismo, nell’ingenua convinzione che fosse possibile una sua coniugazione con il cristianesimo, e partecipò alla seconda guerra mondiale sul fronte russo con gli alpini, dove comprese la follia della politica del regime.

Tornato in Italia, nella frequentazione dell’Oratorio della Pace di Brescia maturò la sua definitiva fuoriuscita dal fascismo e dopo l’8 settembre 1943 divenne esponente di primo piano della Resistenza nelle file delle Fiamme Verdi, con il compito di tenere i contatti fra i vari gruppi e di contribuire alla realizzazione e diffusione della stampa clandestina, soprattutto del foglio “Il Ribelle”.

 

L’arresto e la deportazione

Arrestato a Milano il 27 aprile 1944 a seguito di una soffiata, Olivelli nei lager in cui si trovò detenuto giunse alla completa offerta di sé, vittima sacrificale della barbarie nazista, agnello immolato per i propri compagni di prigionia e, più in generale, per tutti coloro che si trovavano coinvolti nel dramma della guerra.

Nel lager Olivelli si prodiga – in nome della sua formazione religiosa e spirituale – nei confronti dei fratelli più sfortunati. Questo gli attira le ire dei kapò del campo di concentramento che, irritati per il suo atteggiamento caritatevole, prendono a maltrattarlo più degli altri, al punto da indebolire il suo fisico in modo quasi irreversibile. Il 31 dicembre 1944, nel tentativo di difendere un giovane picchiato dal kapò, Teserio Olivelli si frappone tra il malcapitato e l’aguzzino e riceve un forte calcio allo stomaco.

In conseguenza di ciò, muore il 17 gennaio 1945 dopo una lunga e dolorosa agonia. Il suo corpo fu bruciato in un bosco. Di lui non rimangono né i resti né una tomba. Resta il ricordo e l’esempio.

 

La beatificazione

Beatificato dalla chiesa cattolica nel 2018, Olivelli può essere considerato un “martire della carità”. Olivelli nel lager è stato infatti pienamente un “uomo per gli altri”, per usare un’immagine cara al grande martire di Flossenbürg, Dietrich Bonhoeffer . Il Dio di Gesù Cristo è stato anche per Olivelli, come lo era per Bonhoeffer, il Dio dell’essere “per gli altri”, che cammina sulle strade degli uomini, che aiuta e serve, che condivide, che si schiera con i perseguitati e con gli oltraggiati. Il Dio, dunque, che di fronte alle aberrazioni della storia non può non schierarsi dalla parte delle vittime.

L’appuntamento è dunque a Salò per venerdì 17 gennaio alle ore 20,30 presso la Sala dei Provveditori.

 

 

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