Turismo, la chiave è la sostenibilità

SALO' - Presentati i risultati dell'indagine condotta dall'Osservatorio per il turismo sul lago di Garda. Amministratori consapevoli che il futuro del turismo passa per la sostenibilità.

Sono stati presentati a Salò i risultati dell’indagine “Turismo Globale e contesti Locali. Il ruolo dei Comuni nello sviluppo turistico del lago di Garda” condotta dal team dell’OTG (Osservatorio per il turismo sul lago di Garda).

Quello che è emerso è l’immagine di una classe amministrativa consapevole delle sfide che attendono il territorio gardesano e il comparto turistico. Sfide che riguardano la qualità delle acque, la sostenibilità ambientale, la questione della mobilità, la qualità della vita dei residenti, la valorizzazione del patrimonio culturale.

 

Dopo i saluti del sindaco di Salò, Francesco Cagnini («Il turismo deve essere sostenibile e responsabile e i turisti devono diventare viaggiatori consapevoli che contribuiscono allo sviluppo economico e culturale della comunità locale») e della Presidente della Comunità del Garda, Mariastella Gelmini («Le Amministrazioni locali siano protagoniste nella realizzazione di un turismo sostenibile»), la mattinata è stata dedicata all’analisi degli esiti della ricerca condotta dal prof. Valerio Corradi, sociologo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dedicata alle politiche turistiche degli enti locali.

 

L’indagine

Lo studio ha visto l’adesione di 33 comuni su 40 del bacino gardesano. I sindaci o loro delegati hanno risposto alle domande di un questionario e di un’intervista che riguardavano il rapporto fra la dimensione locale e quella globale nel processo decisionale, nell’utilizzo delle risorse, nella programmazione degli interventi, nell’utilizzo degli investimenti in ambito turistico.

Nell’era della globalizzazione e dei viaggi low cost (nel 2023 i viaggi turistici nel mondo sono stati quasi un miliardo e mezzo), il turismo è sempre più un fenomeno di massa, che se da un lato genera ricchezza, dall’altro produce criticità, dal traffico ai prezzi insostenibili per i locali, fino al fenomeno degli affitti brevi e al dramma sociale della mancanza di case per i residenti.

Accade anche sul Garda. Qui nessuno, tanto meno gli operatori, parla apertamente di overtourism, nonostante l’impennata delle presenze (5 milioni del 1990, 24 milioni nel 2024), ma è indubbio che il fenomeno va gestito.

Da dove partire? Un utile strumento in tal senso è la nuova ricerca dell’OTG, l’Osservatorio per il turismo sul Garda, creato nel 2022 da Università Cattolica e Comunità del Garda e diretto dal prof. Giovanni Gregorini.

 

Un turismo cambiato dopo la pandemia

Diversi gli spunti emersi. Sindaci e amministratori, intanto, confermano che dopo la pandemia il turismo è cambiato: sono emersi nuovi mercati di riferimento, i soggiorni si sono accorciati (cresce il turismo mordi e fuggi), la prenotazione è sempre più last minute, sono aumentati i prezzi, la stagione si è allungata, è cresciuta la domanda di mobilità dolce e di attività outdoor.

 

Quali le questioni che la politica locale dovrebbe affrontare prioritariamente? I sindaci mettono al primo posto la tutela della qualità delle acque e del paesaggio, seguita dal miglioramento dei trasporti pubblici e dalla realizzazione di nuove infrastrutture.

 

Una precedente indagine dell’OTG aveva evidenziato che anche per i turisti la mobilità è uno dei nodi da affrontare, eppure solo il 42% dei sindaci dichiara di essere al lavoro su questo tema. Tante le sfide aperte: la governabilità dei flussi, gli effetti della globalizzazione, l’iperturismo e la definizione di un limite, il rapporto conflittuale tra turisti e residenti, la tutela degli ecosistemi. Nuove sfide che richiedono la messa a terra di nuove politiche.

L’incontro moderato dalla segretaria dell’OTG, Maria Paola Pasini, ha visto la presenza del direttore Giovanni Gregorini e del Segretario Generale della Comunità del Garda, Pierlucio Ceresa, intervistato da Massimo Tedeschi del Corriere della Sera.

Numerosi gli interventi.

 

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