Salò, carabinieri in casa per lo striscione pro Palestina. Il caso approda in Parlamento

SALO' - Interrogazione al ministro Piantedosi sul caso dello striscione pro Palestina esposto a Salò, che ha richiamato l'"attenzione" dei carabinieri.

I fatti risalgono allo scorso 8 dicembre, quando a casa di Giulio Tonincelli, fotografo e regista che realizza progetti per Ong (ne abbiamo scritto recentemente qui), si presentarono tre carabinieri per requisire lo striscione appeso alla finestra, recante la scritta «Palestina libera».

«In casa – ha riferito il registra, che allora si trovava in Uganda per un docufilm sulla disabilità – c’erano i miei genitori che, seppure intimoriti, hanno chiesto ai militari se esistesse una legge che impedisse di esporre lo striscione».

Dinnanzi alla resistenza degli anziani genitori di Tonincelli, che hanno comunque dovuto fornire i documenti ai Carabinieri, lo striscione è rimasto al suo posto.

Ma l’accaduto ha fatto rumore. Ora le deputate Stefania Ascari ed Emma Pavanelli (Movimento 5 Stelle) hanno depositato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’interno Piantedosi.

L’interrogazione al ministro Piantedosi

«Il signor Giulio Tonincelli – si legge nell’interrogazione -, regista indipendente e attivista, ha esposto, presso la propria abitazione a Salò una bandiera palestinese e uno striscione con la scritta “Palestina libera”, decisione legata alla sua esperienza personale e professionale, anche in Palestina, e all’impegno per i diritti umani;

il signor Tonincelli non avrebbe violato regolamenti condominiali, non essendovi divieti specifici sull’esposizione di bandiere o striscioni nella proprietà privata;

in data 8 dicembre 2024, mentre il signor Tonincelli si trovava all’estero per progetti umanitari, le forze dell’ordine si sono presentate presso la sua abitazione per sequestrare lo striscione, riferendosi a una segnalazione ricevuta, come riferito ai suoi genitori anziani, di circa 75 anni;

non risulta chiaro, alla luce delle informazioni disponibili, quale sia la base giuridica del sequestro dello striscione, nonché se tale intervento sia avvenuto nel rispetto delle garanzie costituzionali sulla libertà di espressione di cui all’articolo 21 della Costituzione italiana;

l’episodio suscita perplessità e preoccupazioni in merito alla tutela dei diritti fondamentali dei cittadini e delle cittadine e alla proporzionalità degli interventi delle forze dell’ordine in situazioni analoghe:

se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti descritti e quale sia stata la base giuridica per l’intervento delle forze dell’ordine presso l’abitazione del signor Tonincelli, inclusi eventuali provvedimenti amministrativi adottati».

E ancora: «Se l’esposizione della bandiera palestinese o dello striscione “Palestina libera” costituisca, in base alla normativa vigente, un atto idoneo a giustificare interventi restrittivi delle forze dell’ordine;

se il Ministro non ritenga opportuno adottare iniziative di competenza, ivi inclusa la predisposizione di direttive o linee guida alle forze dell’ordine per assicurare che gli interventi riguardanti manifestazioni di opinioni politiche sociali avvengano nel pieno rispetto dei diritti costituzionali evitando interventi sproporzionati o non adeguatamente motivati;

sia stata svolta una verifica interna, per quanto di competenza, sulla proporzionalità e la legittimità dell’intervento effettuato l’8 dicembre 2024 e quali siano le conclusioni emerse. (4-04179)

“Ho visto le atrocità compiute da Israele a Gaza”

Giulio Tonincelli ha raccontato a Radio Onda d’Urto (clicca qui per sentire il suo intervento) di essersi recato in Medio Oriente per lavoro, assieme a una ricercatrice dell’Università Bicocca, nel 2018. Visitò tutti i territori occupati della Palestina, compresa Gaza.

Giulio rimase esterrefatto da quanto vide e, per questo motivo, issò una bandiera con i colori della Palestina alla sua finestra: «Ho deciso di esporre la bandiera perché ho visto con i miei occhi le atrocità del regime fascista di Israele che occupa i territori palestinesi. E’ follia che possa esistere al mondo qualcosa del genere supportato dalle democrazie occidentali. Sono entrato a Gaza, ho visto com’era nel 2018 ed era terribile. Tra le cose peggiori che ho visto al mondo. Mi sono fatto l’idea del regime fascista di Israele».

Da qui l’idea della bandiera alla finestra, per manifestare solidarietà al popolo palestinese.

Tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, la bandiera inizia a suscitare forti antipatie. «La capo scala del mio appartamento – ha raccontato Tonincelli – arriva a suggerirmi di togliere bandiera perché potrebbe creare problemi. Io le dico che quella è casa mia, che quella è la mia finestra sul mondo, ed ho pieno diritto di esprimere liberamente le mie opinioni. Non passa molto che si fa sentire anche l’amministratrice, dicendo che è stata contattata dai carabinieri. Le chiedo se esistesse qualche regola precisa del condominio che vietasse la possibilità di esporre manifesti o bandiere. Regole che non esiste, quindi espongo anche uno striscione con la scritta “Palestina Libera”».

Gaza. Foto di Giulio Tonincelli.

 

 

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