Luigi Pizzini. Dal ritratto al paesaggio

RIVA DEL BARDA - Il 25 marzo si inaugura la grande mostra «Luigi Pizzini. Dal ritratto al paesaggio», allestita nelle due sedi del Museo di Riva del Garda e della Casa degli artisti di Canale di Tenno.

Un’ottantina di opere del grande artista rivano (1884-1977), alcune già note, altre invece poco conosciute e individuate presso collezionisti privati tramite il progetto di ricerca e di censimento realizzato dal Museo Alto Garda tra il 2021 e il 2022 per una mostra curata da Roberta Bonazza (responsabile di Casa degli Artisti) e Matteo Rapanà (direttore del Mag) che apre lo stesso giorno: alle 11 al Museo di Riva del Garda, alle 17 alla Casa degli artisti «Giacomo Vittone» di Canale di Tenno.

A 32 anni dall’ultima mostra monografica su Luigi Pizzini, allestita all’epoca nell’allora Museo civico di Riva del Garda, questa doppia esposizione, accompagnata da un catalogo di grande interesse culturale e storico, vuole contribuire alla riscoperta e alla valorizzazione della produzione artistica di uno dei maggiori pittori altogardesani del Novecento, in grado non solo di raccontare con grande sensibilità pittorica la bellezza e la tipicità del paesaggio gardesano, ma anche di confrontarsi con l’arte nella sua accezione più alta e autentica, in dialogo con i grandi pittori italiani del suo tempo e raggiungendo esiti di grande personalità, maestria e intensità.

«Una mostra che si aspettava da tempo -dice Roberta Bonazza- e che, grazie all’esposizione nelle due sedi di Riva del Garda e di Canale di Tenno, permette un’indagine dettagliata della poetica pittorica di Luigi Pizzini. Un pittore che non ha mai smesso di ricercare in pittura, come dimostrano le sue opere; a partire dai ritratti, per lo più all’aperto, fino ai paesaggi. Un pittore che ha attraversato il Novecento e le sue correnti sperimentando una peculiare personalità pittorica, grazie alla formazione all’Accademia di Brera e agli incontri sull’isola di Burano. La grande mostra darà la possibilità ai visitatori di ammirare anche alcune opere inedite».

«La mostra su Luigi Pizzini rappresenta un elemento di grande soddisfazione per il nostro museo -dice il diretto del Mag Matteo Rapanà- non solo per il doveroso omaggio al pittore più rappresentativo dell’Alto Garda, ma anche perché questa esposizione rappresenta l’esito di un articolato progetto pluriennale di ricerca, censimento e valorizzazione sul territorio che ha coinvolto un elevato numero di soggetti pubblici e privati. Oltre alla mostra distribuita su due sedi, infatti, tra i risultati concreti di questo progetto vanno segnalati la realizzazione di un’interessante monografia, di un database digitale contenente le schede relative a oltre mille opere del pittore, e di un progetto didattico dedicati alla produzione artistica di Luigi Pizzini, tutti elementi che contribuiscono alla riscoperta di questo artista così importante per l’Alto Garda».

Il ritratto e Riva del Garda al Mag

Il percorso espositivo allestito al Museo di Riva del Garda, sede principale del Museo Alto Garda, vuole individuare alcuni precisi filoni narrativi all’interno della sterminata produzione artistica di Luigi Pizzini, soffermandosi tuttavia su due precisi temi: il ritratto e il rapporto tra il pittore e la “sua” Riva del Garda.

La prima sezione della mostra è dedicata agli esordi del pittore rivano, a partire dal suo trasferimento, appena tredicenne, all’Accademia di belle arti di Brera a Milano. A quel periodo appartiene un autoritratto realizzato nel 1899, dalla pennellata corposa e vivace. Di poco successivi sono i ritratti eseguiti da Pizzini dopo il rientro a Riva nel 1903 raffiguranti familiari e personaggi della benestante nobiltà rivana, a testimonianza dell’abilità del pittore nella ritrattistica, tradizione cara all’accademia milanese. Da questo filone si distingue un’opera di soggetto sacro, «Crocifisso», datata 1898 ed esposta al pubblico per la prima volta.

Il periodo di Burano (1909-1913), vero e proprio momento di svolta nella carriera artistica di Luigi Pizzini, è l’elemento centrale della seconda sezione. Sull’isola lagunare, l’incontro con Gino Rossi, Luigi Scopinich, Pio Semeghini e Umberto Moggioli trasforma radicalmente il linguaggio artistico del pittore rivano, che inizia a utilizzare il colore in maniera coraggiosa e con una libertà espressiva lontana dai modelli accademici. A testimonianza di questo periodo sono esposti una serie di ritratti di quel periodo dedicati a un’umanità emarginata, come «L’idiota» (1909 e 1912), eseguita in più versioni, «La veneziana» (1911) e «Il cieco» (1912).

La terza e ultima sezione, infine, vuole approfondire il rapporto tra Luigi Pizzini e Riva del Garda. Il paesaggio del Sommolago, dipinto e interpretato da differenti prospettive, diventa la mappa che Pizzini ricompone con colori pastosi e pennellate fluenti: il lago, la Rocca e i giardini del Brolio sono i luoghi del quotidiano che accompagnano il pittore per tutta la vita, fino alla smaterializzazione dei contorni degli anni Sessanta, testimoniata delle serie «Acque» e «Boschi».

 

Il paesaggio altogardesano alla Casa degli artisti «G. Vittone»

I vagabondaggi pittorici di Luigi Pizzini, con tavolozza e pennelli in spalla, sono alla base dei tanti paesaggi dipinti rigorosamente all’aperto. Nelle sale della Casa degli artisti di Canale saranno esposti i dipinti di paesaggio che annotano i percorsi di Luigi Pizzini: lo strapiombare della Rocchetta nel lago di Garda, l’ingombro del monte Misone nella piana delle Giudicarie esteriori, il tondo turchese del lago di Tenno e l’elevarsi della rupe del castello di Arco.

Il lavoro sul paesaggio diventa, nel tempo, preponderante per Luigi Pizzini, che dipinge i luoghi con libertà espressiva, ma sempre ancorandoli a elementi morfologici riconoscibili. Le pianure, le alture, le montagne, i corsi d’acqua, gli specchi d’acqua, i boschi, i grandi platani al Brolio trovano spazio aperto nell’indagine visiva che Pizzini dedica alla natura. Una natura che accoglie le sue immaginazioni pittoriche fino alla fine, quando il gesto pittorico si spinge nell’informe paesaggio delle ultime opere, dove l’identificazione con i luoghi è totale. Alla Casa degli artisti, accanto ai molti paesaggi, sarà allestita una sezione dedicata al tema del femminile. Sono almeno quattro le opere che Luigi Pizzini dedicate alla nascita di Venere, più una serie di disegni preparatori. La prima è del 1935 e l’ultima del 1965: un arco di tempo che dimostra come per Pizzini il tema fosse sentito. Nascono sempre dall’acqua, elemento dal quale il pittore trae le forze immaginanti. L’acqua che scorre, che si increspa con il vento, che ondeggia quieta. L’acqua che Pizzini guarda ogni giorno dalla torre del Bargello, dove, dal chiuso dello studio in Rocca può spalancare lo sguardo sull’aperto del lago, ispirazione di tanti capolavori. Una sezione che racconta un terzo paesaggio di Pizzini, poetico e fantasioso.

Nelle sale degli Avvolti e delle Lunette il Gruppo amici dell’arte di Riva del Garda ricorda Luigi Pizzini, proprio fondatore insieme a Giacomo Vittone nel 1946, con una serie di opere dedicate al pittore e alla sua “immaginazione come poesia”.

 

Luigi Pizzini (1884-1977)

Nato a Riva del Garda l’11 settembre 1884, Luigi Pizzini si iscrive all’età di 14 anni all’Accademia di belle arti di Brera, dedicandosi principalmente alla produzione di ritratti. Nel 1909, dopo un temporaneo rientro a Riva del Garda, si trasferisce sull’isola di Burano, dove vive fino al 1913: si tratta di una fase di profondo coinvolgimento emotivo e culturale per Pizzini, in cui la frequentazione di artisti come Umberto Moggioli, Arturo Martini, Gino Rossi e Tullio Garbari apre la sua pittura alla valenza assoluta di luce-colore, che caratterizzerà trasversalmente tutta la sua produzione. Stabilitosi temporaneamente a Firenze fra il 1915-1916, si interessa di cartografia e storia militare, disegnando alcune carte di aviazione per la fabbrica Caproni.

Rientrato stabilmente a Riva nel 1919, si dedica all’insegnamento nelle scuole tecniche e poi alla scuola di avviamento, e parallelamente all’attività di pittore. La sua produzione si rivolge principalmente ai temi del paesaggio gardesano e dolomitico, con alcuni soggetti ricorrenti quali il Brolio, il lago di Garda, la valle del Sarca. Negli ultimi anni l’indagine pittorica si focalizza invece su alcuni dettagli del paesaggio, come le acque e le rocce, i boschi, le nature morte, restituiti attraverso una pittura pastosa, matericamente più corposa e preziosa.

L’attività espositiva in ambito nazionale si affianca a un intenso impegno nella sua città natale: tra i fondatori del Gruppo amici dell’arte, partecipa nel giugno 1946 alla prima esposizione nelle sale della Rocca, che ospiterà per molti anni il suo studio nella torre verso la Spiaggia degli olivi.

Luigi Pizzini muore a Riva del Garda il 21 aprile 1977.

 

 

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