Lago di Garda, un’oasi per il Fistione turco
DESENZANO DEL GARDA - Sul lago è presente in buon numero il Fistione turco. Ne sono stati contati oltre cento. La sua distribuzione europea è limitata a pochissime zone umide e il Garda è una di quelle in cui si ferma tutto l'anno.
Ne sono stati contati oltre cento, alcuni riposavano al sole della tranquilla spiaggetta e altri in acqua intenti alle prime danze amoreggiando. Durante la giornata oltre a trovar pace nella piccola spiaggia naturale si spostano in massa arrivando tra i canneti di Sirmione, dove si possono tranquillamente notare tra la vegetazione palustre che li ospita insieme a folaghe, germani e svassi.
Parliamo dei Fistioni turchi, una delle specie più riconoscibile nel variegato mondo degli uccelli acquatici. Il maschio adulto è inconfondibile. Ha una testa arrotondata arancione, becco rosso e petto nero. I fianchi sono bianchi, il dorso bruno, e la coda nera. La femmina è quasi tutta bruno pallida, con un dorso più scuro e la sommità della testa e la faccia biancastri.
La specie in Europa ha uno stato di conservazione sfavorevole ed è ritenuta in declino. Le principali minacce sono da imputare all’inquinamento e alla bonifica delle zone umide d’acqua dolce.
«Fino a pochi anni fa – dice Paolo Zanollo del WWF Bergamo Brescia – vederli sul lago era un avvenimento quasi raro, si potevano notare rarissime coppie nel basso lago, nella zona umida di San Francesco a Desenzano e tra i canneti di Sirmione. Una piccolissima spiaggia e qualche ciuffo di cannuccia a ridosso di una struttura per anziani in località Rivoltella ci mostra l’importanza di luoghi, anche se modesti, ancora naturali e non disturbati dall’uomo.
Stupende immagini quelle registrate durante un sopraluogo dei volontari del Wwf che da tempo tengono monitorato il piccolo ma importante luogo.
Sono più di cento esemplari tra maschi e femmine. Un avvenimento quello di oggi spettacolare e importante che da ottime speranze a esemplari protetti classificati nella lista rossa perché “potenzialmente minacciati”.
La straordinaria presenza sul lago di Garda, con centinaia di individui, ha permesso la diffusione di questa specie, rarissima in Europa, anche ai bacini minori. Il Garda è stato il primo bacino di dimensioni ragguardevoli ad ospitare la nidificazione di quest’anatra tuffatrice, grazie ai canneti e alle acque poco profonde del basso lago.
Inoltre, la sua distribuzione europea è limitata a pochissime zone umide scelte dalla specie e il Garda, insieme alla Camargue, è una di quelle in cui si ferma tutto l’anno.
Le comparse massicce nel periodo primaverile, nel basso lago – continua Zanollo – , sono derivate dall’associazione di tutti gli individui che, durante l’inverno, si sparpagliano per l’intera superficie del bacino: una vera e propria migrazione in piccola scala!
Il fistione turco si ciba delle erbe di fondale e, a causa del loro aumento per l’eutrofizzazione, si è ritagliato uno spazio vitale degno di nota sulle rive del nostro lago. Una specie utile che rende le nostre acque ancora più pulite. Il caratteristico becco rosso dei maschi è uno dei sinonimi di “Gardasee” per gli appassionati di natura transalpini: dalla Germania, dalla Francia, persino dalla lontana Finlandia sono giunti esperti naturalisti e birdwatchers interessati al fenomeno che, dai primi anni 2000, sta interessando il nostro lago.
Lo stesso Lars Svensson, autore delle più autorevoli guide degli uccelli, originario della Svezia, ha riportato il nostro lago sulla cartina della sua guida alla pagina del fistione turco: un piccolo puntino in mezzo al nulla, che valorizza ancor di più la ricchezza naturalistica del Garda, meta prediletta dagli appassionati di natura e dai turisti naturalistici (celeberrime punta Gro e la Maraschina, oltre all’oasi San Francesco).”
Una spiaggia per il fistione turco: «Abbiamo iniziato – conclude Zanollo – a lavorare ad un progetto (che esporremo a breve al comune di Desenzano ) di conservazione dedicato alla tutela degli ambienti di spiaggia e canneto in particolare delle zone popolate da questa specie».
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