L’edera è vita

NAGO - Ambientalisti a difesa di quattro esemplari di edera gigante minacciati dall'apertura di nuove vie d'arrampicata. "Sono microhabitat fondamentali".

Sabato 15 giugno, attivisti dell’Associazione Altissimo di Nago e del WWF Trentino entrambe parte del sodalizio tra associazioni “Coordinamento Ambiente Alto Garda e Ledro” hanno affisso quattro cartelli per proteggere altrettante edere giganti nella zona di Oltrezengol, a Nago-Torbole, dai danni causati dall’apertura di nuove vie di arrampicata.

Questa area è un punto caldo per l’arrampicata sportiva, ma allo stesso tempo da ben prima di essere raggiunta dalla presenza umana ha sempre ospitato una vita discreta importante ma forse poco conosciuta, affezionata agli angoli lontani dalle zone antropizzate.

«Le edere giganti, in particolare – scrivono le associazioni ambientaliste -, rappresentano fondamentali microhabitat per una miriade di specie di uccelli e insetti impollinatori. Queste piante, grazie alla loro estensione e alla struttura intricata, offrono rifugio e siti di nidificazione per diverse specie, oltre a essere una fonte di nutrimento per molti insetti impollinatori, cruciali per la biodiversità locale. La loro rimozione per creare nuove vie di arrampicata non solo distrugge immediatamente habitat preziosi, ma interrompe anche importanti catene alimentari e cicli ecologici.

 

L’installazione dei cartelli a protezione delle ultime edere non ancora divelte è avvenuta solo dopo un lungo iter burocratico, a differenza degli arrampicatori che, apparentemente, non devono affrontare alcun impedimento nonostante i danni al territorio. Questo evidenzia non solo una disparità di trattamento, ma anche una mancanza di regolamentazione che va a discapito dell’ambiente.

L’equilibrio tra il desiderio degli sportivi di godere della natura e la necessità di preservare habitat delicati è complesso. Le pareti rocciose, con le loro caratteristiche uniche, ospitano animali e piante altamente specializzate, come l’avifauna rupestre, che include gufo reale, falco pellegrino, aquila reale, e il rondone maggiore: la nidificazione di questa specie era stata già accertata nel 2023 dagli attivisti, come ne è stato accertato il fallimento proprio a causa del disturbo causato dalla presenza umana.

In definitiva – concludono gli attivisti del WWF Trentino -, pensiamo sia cruciale capire e rispettare il delicato equilibrio tra natura e attività umane. Esistono esempi virtuosi di collaborazione tra amministrazioni e cittadini, che hanno portato a ordinanze di chiusura permanente o temporanea di pareti rocciose per proteggere almeno i momenti di vita cruciali per queste specie, dimostrando che una collaborazione tra sport e natura non solo è possibile, ma arricchente e desiderabile soprattutto in un territorio con una pressione turistica eccezionale che sempre più deve interrogarsi sui migliori modi per preservare intatte le proprie bellezze naturalistiche.

 

 

 

I commenti sono chiusi.