Esposto per i lavori sulla ciclovia a Torri: “Disastro ambientale”

LAGO DI GARDA - Ciclovia del Garda: le tre associazioni Legambiente, Italia Nostra e WWF hanno presentato un esposto evidenziando i possibili danni ambientali.

Legambiente, Italia Nostra e Wwf hanno presentato un esposto contro la realizzazione del tratto di Ciclovia del Garda a Torri del Benaco.

La richiesta alle autorità competenti è quella di bloccare i lavori in corso tra le località di Brancolino ed Acque Fredde. Un intervento che interessa circa un chilometro e mezzo di costa gardesana per creare una ciclovia che in questo punto ha un costo di circa 7,5 milioni di euro a chilometro.

L’opera, secondo le associazioni ambientaliste, procura «gravi danni ambientali e naturalistici» al territorio rivierasco.

«È stata completamente stravolta la morfologia dei luoghi, variata la linea di costa e quasi completamente distrutta la fascia arbustiva ed erbacea che separava lo spazio acqueo dalla Gardesana», è la denuncia di Legambiente Verona, Legambiente Baldo-Garda, Italia Nostra Verona e di Wwf Veronese.

A ancora: «Circa 800 metri di questo delicato ambiente di costa hanno subito danni gravi, in alcuni casi irreversibili».

Per questo si chiedono «indispensabili azioni di ripristino dell’ambiente naturale compromesso, visto che i lavori realizzati non appaiono coerenti con quanto previsto dal progetto esecutivo e disattendono le indicazioni proposte dalla Soprintendenza di Verona».

 

Devastazione del paesaggio costiero

Già la costruzione della strada Gardesana e delle strutture turistiche e residenziali avevano, secondo le associazioni ambientaliste, «frammentato l’unita spaziale tra il lago e il pendio montano baldense, impoverendo il valore naturalistico e paesaggistico di questi luoghi. Nonostante ciò nel ristretto spazio esistente tra il sedime stradale e la riva del lago, sono ancora presenti elementi di notevole interesse geologico, naturalistico ed ambientale che nel loro insieme formano un prezioso ed utile ecosistema. Nel corso di millenni il moto ondoso ha creato minuscole spiagge di ciottoli fini e modellato le rocce calcaree che con piccoli promontori sono a contatto con I’acqua. Parte di queste sculture naturali sono ancora integre ed altre sono state demolite».

E ancora: la vegetazione presente lungo la riviera «nel progetto esecutivo viene incredibilmente definita “agglomerato di sterpaglie”, ma rappresenta in realtà una fascia vegetazionale ricca di specie, alcune delle quali di notevole valore floristico».

Si segnala inoltre che «questi luoghi sono interessati dallo scorrimento di acque superficiali o sorgentizie provenienti dal settore montano. In località Acque Fredde questa condizione ha creato sul litorale un habitat puntiforme definito “Sorgenti Pietrificanti”. E la Comunità Europea prevede per questi ambienti la tutela assoluta».

Infine un richiamo agli errori commessi con la realizzazione del collettore fognario: «Un’opera indispensabile per la qualità dell’acqua, ma distruttiva dal punto di vista ambientale e naturalistico. La scelta fu quella di posare le condotte fognarie dirette al depuratore di Peschiera sulle spiagge anziché sulla Gardesana».

Lo stesso errore si ripete con la ciclovia: «Si è scelto la soluzione peggiore, probabilmente con l’intento di realizzare nuove spiagge artificiali».

 

La consigliera regionale PD: “Si riveda il progetto”

L’esposto di Legambiente, Italia Nostra e WWF ha messo ulteriormente in luce i danni all’ambiente che derivano dalla realizzazione della ciclovia del Garda, quando invece sarebbero necessari interventi minimi e rispettosi dell’ecosistema”. Il giudizio è della consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon.

“Ora più che mai è arrivato il momento di fare chiarezza. Si tratta – ricorda l’esponente dem veronese – di un’opera oggetto del Protocollo d’Intesa siglato nel 2017 tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e la Regione del Veneto, la Regione Lombardia, la Provincia Autonoma di Trento e che mirerebbe a fornire una valida alternativa ai mezzi su gomma, anche in considerazione dell’elevato livello di traffico presente sulla strada Gardesana.

Sul tema, lo scorso febbraio, ho presentato un’interrogazione per sensibilizzare la Giunta regionale sui rischi connessi ai tratti previsti lungo le scogliere, in particolare nella zona a nord del Garda, a causa della loro nota franosità e sulla necessità di realizzare gli interventi meno impattanti possibili sul paesaggio e sull’ecosistema.

Non solo: il problema sono anche i costi. Gli ultimi dati, infatti, dimostrano prezzi esorbitanti, pari a circa 7,5 milioni di euro a chilometro”.

“Nella risposta alla mia interrogazione – sottolinea inoltre Bigon – la Giunta ha ribadito che sono state rispettate tutte le procedure e che gli interventi realizzati rispettano l’ambiente e il paesaggio. Eppure, non si vede la necessità di passerelle a sbalzo sul lago, di interessare tratti soggetti a eventi franosi e i correlati costi esorbitanti”.

“Ancora una volta – conclude Bigon – sollecito l’amministrazione regionale a rivedere il progetto: sebbene sia necessario e positivo creare alternative di mobilità dolce, vanno tutelate la sicurezza degli utenti, l’ecosistema e il paesaggio lacustre”.

 

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