L’aperitivo al lago, tra rumori molesti e cafonaggine
LAGO DI GARDA - Disavventura di un lettore durante un aperitivo sul Garda con amici australiani, tra cafonaggine, reggaeton invadente, pipì di cane e peli di gatto.
Caro Direttore,
gli amici australiani si sono appena ripresi da un intero giorno di volo intercontinentale, vogliono visitare il nord Italia in particolare il lago di Garda.
Per un aperitivo andiamo in un grazioso barettino in riva al lago in stile taverna greca, ambiente famigliare, panorama stupendo sole brillante brezza rinfrescante colori irripetibili, uno spettacolo! In Australia vivono in spazi e oceani immensi ma qui sono incantati stupiti e curiosi di tanta bellezza concentrata.
Mentre aspettiamo un buon Lugana la musica delle onde sulla spiaggia viene distorta da rumori prepotenti e martellanti, è reggaeton che viene da un locale adiacente, di fianco a noi si accomoda una coppia di settantenni locali, lei prende dalla borsa un tronchesino e con la nonchalance di una manicure sul set di “Caramel” si taglia le unghie (anche quelle dei piedi…).
Mentre gli amici degli antipodi si divertono come in un circo durante lo spettacolo dei clown, passa una fatalona ciondolante che indossa un cappello in paglia grande come un ombrello, con lei c’è un povero cagnolino che la segue libero senza guinzaglio, il cagnolino si avvicina al nostro tavolo e fa pipì tra le sedie.
Chiedo alla fatalona di lavare dove ha sporcato il suo cane, lei mi manda a quel paese, mentre pulisco con dell’acqua il suo cane continua indisturbato a marcare il territorio sulla spiaggia tra lettini e asciugamani.
Arriva l’aperitivo, in un bicchiere c’è una lanugine bianca, guardo con stupore perchè sembra il classico pappo di lanugine dei semi di pioppo ma ai primi di settembre è da non credere, infatti è il pelo di un gattone bianco che una cliente sta spazzolando sulla terrazza del bar sopra di noi.
Gli amici in modo discreto mi chiedono quali sono le regole in Italia per bar e spiagge, non so rispondere, riesco a trovare on line il regolamento di polizia urbana del comune (lo puoi leggere qui, ndr) “rivolto a promuovere l’ordinata e civile convivenza” dove è specificato che “Chiunque eserciti un’arte, un mestiere o una industria, deve usare ogni accorgimento per evitare molestie o incomodo ai vicini.” Inoltre tra le altre cose è vietato “sputare in luogo pubblico, gettare mozziconi di sigarette, chewing-gum…”, “abbandonare sul pubblico suolo qualsiasi rifiuto”, “soddisfare bisogni corporali fuori dei luoghi appositamente adibiti”.
Per gli animali di affezione invece, cani e gatti compresi, i proprietari degli animali devono garantirne il benessere e per motivi igienico sanitari possono introdurre in spiaggia cani solo se “dotati di guinzaglio e con la museruola fatta eccezione per quelli che accompagnano persone invalide. I proprietari/conduttori hanno l’obbligo di possedere idonea attrezzatura per la raccolta di eventuali diezioni [è scritto così nel regolamento] del proprio cane da smaltire negli appositi contenitori.”
Ho dovuto spiegare agli amici sconcertati che in quella spiaggia per regolamento gli umani non possono lasciare rifiuti o soddisfare i loro bisogni corporali, gli animali sì.
Commento australiano: “Italians do it better”, che tradotto significa “siete messi malissimo”».
Lettera firmata
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