Ospedale di Desenzano, il tavolo politico propone l’esoscheletro

DESENZANO DEL GARDA - Il Tavolo Politico illustra la "quarta via" percorribile per ottenere un ospedale a norma, senza chiudere l’esistente e senza consumare terreno per realizzarne uno nuovo.

Il tavolo politico per l’ospedale di Desenzano del Garda, formato da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra PSI, Azione, Italia Viva e Possibile, propone una nuova soluzione per l’ospedale di Desenzano.

«La soluzione – scrive il tavolo nel seguente comunicato -, messa nero su bianco nello studio di vulnerabilità commissionato da Asst Garda, prevede, in specifiche zone dell’ospedale, l’applicazione di una infrastruttura ad esoscheletro.

Il gruppo di tecnici volontari, che ha studiato approfonditamente quanto previsto da Asst Garda dal punto di vista tecnico per  il Tavolo Politico, lunedì 30 settembre a Palazzo Todeschini, attraverso i suoi rappresentanti, ha illustrato questa possibilità, davanti a oltre 200 cittadini.

 

La quarta via percorribile

Se l’incontro pubblico con l’assessore al Welfare Guido Bertolaso (ne abbiamo scritto qui) aveva fissato tre soluzioni per mettere a norma l’ospedale di Desenzano (la chiusura e il rifacimento dell’edificio, la ristrutturazione a blocchi con la realizzazione di un edificio satellite o la costruzione di un nuovo ospedale), il Tavolo Politico ha illustrato la quarta via percorribile per ottenere un ospedale a norma, senza chiudere l’esistente e senza consumare terreno per realizzarne uno nuovo.

La soluzione, indicata nello Studio di Vulnerabilità commissionato da Asst Garda, non è stata adeguatamente approfondita né da ASST Garda né dai vertici regionali, ma secondo l’analisi tecnica del Tavolo Politico è una possibilità concreta già utilizzata in molte altre strutture, come l’ospedale Borgo Roma di Verona, che lo sta realizzando  al costo di 40 milioni di euro, in tempi previsti di realizzazione di 4 anni, senza interruzione delle cure.

Lo studio per l’ adeguamento sismico è stato richiesto da ASST Garda al 60%. Commissionando uno studio più esaustivo, potrebbe essere aumentato fino all’80%, a costi nettamente inferiori rispetto allo stanziamento di Regione Lombardia per il Nuovo Ospedale.

“Lo studio di vulnerabilità ci ha aperto un mondo sia sul piano dei lavori che dei costi” – spiega il gruppo tecnico – infatti  “dalla lettura delle Relazioni di Calcolo incluse nello Studio di Vulnerabilità si evince che con l’esoscheletro l’ospedale subirebbe impatti operativi minimi. Questa soluzione, non si sa perché, è stata scartata da Asst Garda e quindi le sue specifiche non compaiono dettagliate nello studio di fattibilità.

L’intervento verrebbe attuato a blocchi ed alcune opere verrebbero prefabbricate in stabilimento e velocemente montate in cantiere, interferendo minimamente con l’attività svolta all’interno dell’edificio.

 

I costi

La spesa dell’operazione riportata nello Studio di Vulnerabilità – scrive il tavolo politico – è pari a circa 23 milioni per la struttura nuda, ai quali aggiungere impiantistica, compresa quella antincendio, rivestimento ed eventuali innovazioni, cifra che in ogni caso sarà ben inferiore al costo di 142 milioni ipotizzato per il Nuovo Ospedale.

Avendo ASST Garda richiesto uno Studio di Vulnerabilità per un adeguamento del rischio sismico pari al 60% si ritiene che il primo passo da compiere sia il passaggio ad uno Studio di Vulnerabilità esaustivo con adeguamento all’80%, per trarne le indicazioni definitive. Tale Studio avrebbe un costo non significativo nel contesto delle cifre in discussione , ma un valore strategico e decisivo per la scelta finale”.

Il tavolo politico sottolinea di non poter o dover dare una soluzione, perché spetta alla Regione: “Abbiamo fatto un’analisi della documentazione e dobbiamo far emergere che questa è una soluzione che potrebbe essere valida  per tutti i motivi descritti, che senza motivazione la regione non ha approfondito nello studio di fattibilità. Quindi aspettiamo il nuovo studio di fattibilità promesso da Bertolaso perché, senza quello, rimane il vecchio che è attivo e per cui sono stati stanziati i fondi”.

 

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