Il culto del duce. Inaugurazione senza polemiche
SALO’ – Inaugurata questa mattina, domenica 29, al MuSa di Salò la mostra “Il culto del duce“. Non ci sono state le polemiche e le proteste che si ventilavano alla vigilia. Il curatore Guerri e il sindaco Cipani: “Nessun intento celebrativo”.
La mostra si compone di due sezioni. nella prima son raccolte 33 sculture, nella seconda decine di opere non scultoree: xilografie, bozzetti in cartoncino, dipinti, incisioni, ceramiche, iconografie di vario tipo e materiale.
Quanto alle polemiche della vigilia, il sindaco Giampiero Cipani si è detto “dispiaciuto che l’iniziativa sia stata mal interpretata. E’ lontano da noi qualunque intento apologetico. Si vuole solo approfondire, con rigore scientifico e storico, la conoscenza di un periodo storico che ha coinvolto direttamente questo territorio”.
“Una mostra che spiega – dice il direttore del MuSa Giordano Bruno Guerri – come fosse facile diventare fascisti e come fosse difficile uscirne. Il MuSa si occuperà anche in futuro di quel periodo storico, con mostre successive che saranno dedicate all’antifascismo e alla Resistenza. Cominciamo dal culto del duce perché è basilare per capire il fascismo. Del resto, la seconda sala della mostra è allestita nella sezione permanente dedicata alla Repubblica Sociale Italiana, che spiega al visitatore come è andata a finire e quali sono stati gli esiti disastrosi del culto del duce”.
Conclude Guerri: “E’ una mostra migliorabile: accetto sia prestiti che consigli in buona fede”.
In occasione dell’inaugurazione il violinista Daniele Richiedei ha eseguito alcune musiche tratte dal repertorio della tradizione kletzmer, che unisce la cultura ebraica alla sensibilità ritmica dei balcani. Al contrario di quanto annunciato in un primo momento non è stato utilizzato il “violino della Shoah”.
“Abbiamo deciso di non esporre quell’oggetto sacro – ha spiegato Guerri – ad attacchi irrispettosi verso il violino stesso e verso le intenzioni che ci animano”.
Ultima nota: presente all’inaugurazione anche il presidente dell’Associazione Italia-Israele di Brescia, David Elber, che lontano dai riflettori non ha nascosto le sue perplessità sull’iniziativa di eseguire musiche yiddish e klezmer in occasione dell’inaugurazione di una mostra dedicata al culto di Mussolini.
Foto sopra: busto in marmo realizzato da Aldo Buttini, anni Venti.
Le opere in mostra
Prima sezione: sculture
1 – Busto in marmo Mussolini giovane con distintivo del PNF (ANONIMO)
2 – Ritratto Fisico-Psichico del Duce (AMBROSI)
3 – Busto in marmo (BUTTINI)
4 – Profilo Continuo in terracotta (BERTELLI)
5 – Dux in bronzo (THAYAHT)
+ Poster “W IL DUCE” a lato della finestra
6 – Ritratto equestre del Duce (GRAZIOSI)
7 – L’Italia tira diritto (VITA)
8 – Ritratto di Mussolini (GRISELLI)
9 – Busto di Mussolini (PAPPALARDO)
10 – Busto di Mussolini (MORBIDUCCI)
11 – Busto di Mussolini (NAVACCHIA)
12 – Busto di Mussolini (RONCATO)
13 – Ritratto equestre del Duce (LIGABUE)
14 – Ritratto equestre del Duce (TROUBETZKOY)
15 – Il Duce solleva la spada dell’Islam (MANCA)
16 – Testa in bronzo (LODI)
17 – Battaglia del Grano (PAZZINI)
18 – Busto del Duce in bronzo (FILIPPONE)
19 – Duce in cemento patinato ottone (ANONIMO)
20 – Espressione immaginativa del Duce (BARBARA)
21 – Il Duce (CORGHI)
22 – Mussolini a cavallo (FABRIS)
23 – Dux (FABRIS)
24 – Maschera del Duce in bronzo (CARNERINI)
25 – Duce (MORIGI)
26 – Benito Mussolini (BALLA)
27 – copia per non vedenti del Profilo Continuo
+ RADIO “Duce A Noi!”
28 – Bustino di CANONICA
29 – Bustino di CAPRINO
30 – Bustino anonimo in aighellite
31 – Bustino con cravatta
32 – Bustino anonimo in ottone
33 – CAGLI
34 – PIRAINO
35 – Orologio con busto di Mussolini in terracotta
36 – CHIAROMONTE
Seconda sezione: opere non scultoree: xilografie, bozzetti in cartoncino, dipinti, incisioni, ceramiche, iconografie
1 – ANONIMO FASCISTA – A Benito Mussolini – olio su tela – cm. 85 x 54, 1924
2 – ANONIMO – Il Duce – oleografia su tela – cm. 48 x 35, primi anni Venti
3 – MARIO BAZZI (1891 – 1954) – Benito Mussolini – matita e acquerello – mm. 490 x 390, 1923
4 – GASTONE BELLINCAMPI (1894 – 1973) – Il Duce al balcone – xilografia – mm. 290 x 245, 1929
5 – ARTURO CAVICCHINI (1907 – 1942) – Duce e popolo – acquaforte – mm. 490 x 390, 1940
6 – A. G. CICORI (date) – Benito Mussolini – olio su tavola – cm. 48 x 35, 1926
7 – MINO DELLE SITE (1914 – 1996) – Lo scafandro dello spazio- mm. 195 x 145, 1933
8 – BEPI FABIANO (1883 – 1952) – 23 marzo 1919/33 – disegno a carbone – mm. 250 x 29, 1993
9 – SALVATORE FUMO (1890 – 1967) -Il Duce fra il popolo – mm. 300 x 400, 1937 –
10 – RENE’ GODARD (1886 – c.1955) – S. E. Benito Mussolini – calcografia – mm. 260 x 190, 1925
11 – CARLO GRIMALDI (1879 – 1951) – Mussolini – bulino mm. 310 x 220, 1927
12 – CARLO GUARNIERI (1892 – 1988) – Mussolini – La marcia su Roma – xilografia -mm. 880 x 570, 1925
13 – GIOVANNI MESCHINI (1888 – 1977) – Il Duce – tempera su carta – mm. 490 x 390, 1936
14 – ADOLFO MOGNASCHI (1892 – 1962) – Il Duce – xilografia – mm. 250 x 250, non datato
15 – ENRICO PRAMPOLINI (1885 – 1943) – Duce – carbone su carta – mm. 400 x 400, 1928
16 – XANTI SCHAWINSKY (1904 – 1979) – Si – stampa litografica a colori su carta mm. 700 x 900, 1934
17 – LUIGI SERVOLINI (1906 – 1981) – Littoria – xilografia a colori – mm. 175 x 175, 1936
18 – MARIO SIRONI (1885 – 1961) – Ritratto di Mussolini – china su carta – mm. 220 x 165, non datato
19 – PINO STAMPINI (1905 – 1992) – Benito Mussolini – xilografia – mm. 287 x 220, 1928
20 – A. TERRANOVA – Dux – cliché al tratto – 180 x 130, non datato
21 – ODDONE TOMMASI (1884 – 1929) – Il nuovo Cesare – carbone su carta – mm. 500 x 370, 1924 ca.
22- ALBERTO BELTRAME
Il “Dipinto museale” del 1937, olio su tela cm 220 x 1170 del pittore Alberto Beltrame intitolato “Verso la meta” rappresenta Benito Mussolini in rara chiave simbolico-storica. Lo stesso dipinto compare nel catalogo del pittore in occasione della mostra postuma del dicembre 2000 – gennaio 2001 tenutasi presso il Museo Civico di Sanremo e intitolata “La realtà interiore di M. Alberto Beltrame”. Riteniamo che nessun artista al mondo seppe rappresentare, in chiave pittorica, una sintesi più completa della concezione ideologica del pensiero fascista e della sua rivoluzione.
Quindi, a nostro avviso, questo è da considerarisi “l’opus magnum” del pittore, poiché trasporta, indelebile il messaggio del passato nel presente e “scolpisce”, per sempre l’importante realtà storica che vuole rappresentare. Nello stesso anno del dipinto, il 28 aprile, veniva inaugurato il complesso di studi cinematografici sulla via Tuscolana denominata “Cinecittà”. Il dipinto del maestro Beltrame può dunque essere visto come la scena di un film, con tutta la suggestiva potenza subliminale della nascente industria del cinema, della quale Mussolini era ben consapevole come strumento di conquista del consenso verso il regime.
I commenti sono chiusi.