Si alza il sipario sul progetto di restauro del teatro comunale di Salò

SALÒ – Venerdì 26, alle 20.30 in Sala dei Provveditori, saranno presentati alla cittadinanza il progetto complessivo del restauro del vecchio teatro comunale, abbandonato da decenni, e il quadro economico dell’operazione.

Un intervento epocale, quasi titanico per una cittadina come Salò, visti i costi e le complessità tecniche. D’altra parte, il recupero del teatro, come ribadito più volte dal sindaco Gianpiero Cipani, è ritenuto strategico per lo sviluppo di una località che si sta valorizzando dal punto di vista culturale e turistico.

Nella visione di Cipani il teatro sarà l’atto conclusivo, dopo l’apertura del MuSa e l’imminente inaugurazione del palazzo della cultura, del grande progetto di valorizzazione di Salò come principale polo culturale di un vasto territorio.

La facciata esterna del vecchio teatro comunale di Salò.

 

In attesa di scoprire i dettagli del progetto, possiamo dire che sono già disponibili i fondi per dare attuazione ai primi due lotti previsti. Il primo, per un importo di 1 milione e 483mila euro, sarà realizzato nella prima metà del 2019.

I fondi derivano dalla convenzione stipulata con Tavina Spa per la realizzazione del nuovo stabilimento, cui spetta anche la progettazione dell’intervento restaurativo, affidata agli architetti Ermes Barba e Mauro Salvadori, che si sono ovviamente interfacciati con l’ufficio tecnico comunale per delineare i contenuti tecnici dell’operazione.

All’interno del teatro di Salò. Foto della fotografa bresciana Tiziana Arici, che nel 2017 realizzò l’installazione fotografica “La vita è un palcoscenico” dedicata appunto al vecchio teatro comunale di Salò. .

 

L’attuale teatro fu fatto costruire nel 1869 da alcuni cittadini guidati dall’avv. Luigi Pirlo (la struttura si chiamerà così fino al 1905), che affidarono l’incarico della progettazione all’architetto Achille Sondrini di Milano.

La sera del 1° novembre 1873 il teatro fu inaugurato con il Rigoletto di Verdi. Negli anni successivi vi si svolse una regolare stagione lirica e di prosa. Il teatro risulta attivo nel 1907 e figura con il nome di Teatro Sociale. La struttura era in legno, con quattro ordini di palchi, 550 posti a sedere, camerini e palcoscenico per una superficie di circa 1000 mq.

Durante il periodo della Repubblica di Salò, la struttura venne utilizzata l’intrattenimento degli ufficiali, che non intendevano rinunciare ai fasti della vita mondana: in quegli anni vi si tennero spettacoli di grande valore artistico ai quali parteciparono Emma Gramatica, Tito Schipa, Annibale Ninchi, Renzo Ricci, Cesco Baseggio, Lilla Brignone e altri.

A partire dal 1960 iniziò il declino della struttura, utilizzata prima saltuariamente, poi definitivamente abbandonata, con la trasformazione in magazzino comunale negli anni Settanta. Una storia di luci ed ombre che ora vede l’inizio di un nuovo capitolo.

Un altro scatto della fotografa bresciana Tiziana Arici.

 

Nel gennaio 2013 il vecchio teatro finì tra i «Beni culturali invisibili» individuati dalla Fondazione Telecom Italia. L’espressione «beni invisibili» si riferisce ai giacimenti d’arte che si trovano nei depositi dei nostri musei, ma anche ai beni immobili non visibili perché chiusi e abbandonati, che invece potrebbero diventare, con un progetto di valorizzazione, una risorsa economica e turistica.

Tra questi, appunto, il teatro salodiano, diventato protagonista di un video in cui la ballerina classica Lucia Monaco danza sulle punte in quel che resta del teatro, un gioiello che, come tanti in Italia, è abbandonato da anni al suo decadente destino.

Il video, intitolato «Lo spettacolo invisibile», diretto e montato da Giulio Tonincelli, è frutto del lavoro di un gruppo di giovani artisti bresciani.

 

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