Salviamo il ‘900, artisti del Nord Est Veronese in mostra a Garda
PESCHIERA - L’allestimento "Salviamo il ’900: gli artisti de Nord Est Veronese" in mostra a Garda, a Palazzo Pincini Carlotti, dl 2 al 29 gennaio. La mostra rientra nel più ampio progetto enciclopedico – espositivo “Salviamo il ‘900”, ideato da MyTemplArt.
L’Amministrazione Comunale di Garda accoglie l’appuntamento con “Salviamo il Novecento”, occasione che permetterà di ammirare opere d’impatto e dalla storia straordinaria.
L’abbraccio espositivo tra pittori, scultori e intarsiatori, racconta un mondo artistico eterogeneo che comprende coloro che sono nati, vissuti o che hanno soggiornato nelle aree comprese tra il Lago di Garda, la Lessinia e la Valpolicella.
“Un territorio ricco- dicono Ivan Ferri, Assessore alla Cultura, Davide Bendinelli, Sindaco di Garda – dalle caratteristiche ed economie diverse, che ha permesso di sviluppare, grazie al suo fermento culturale in costante evoluzione, espressioni artistiche che dal segno della tradizione hanno virato al moderno, a testimonianza della creatività come matrice dei valori più universali.
La mostra è visitabile il venerdì (15-19), il sabato (10-12.30 e 15-19) e la domenica (10-19). L’ingresso è libero.
Il Progetto Nazionale
Spiega Gianni Pasquetto, ideatore del progetto: “Attraverso il continuo confronto e dialogo con le diverse realtà del territorio – enti, fondazioni, archivi, musei – è emerso che molti Comuni italiani hanno da tempo dimenticato gli artisti che hanno lavorato e lavorano nei territori di appartenenza. L’Italia e il suo territorio possiedono un vastissimo patrimonio culturale diffuso e la perdita di memoria di quasi un secolo di attività storico-culturale è un danno incalcolabile per il territorio e ancor di più per la storia dell’arte italiana.
Il progetto “Salviamo il ‘900”, costruito come un format facilmente declinabile e replicabile a livello territoriale su scala nazionale, si propone quindi come strumento di raccolta, tutela, gestione e trasmissione della conoscenza con l’obiettivo di rivalorizzare in termini culturali ed economici il patrimonio artistico territoriale e nazionale, garantendo un aumento del potenziale di attrattività, un incremento dei consumi culturali attraverso un coinvolgimento attivo di tutti i cittadini. Quello che si vuole costruire è una mappatura articolata a 360 gradi sulle eccellenze creative e sui patrimoni culturali che costituiscono la carta di identità di un territorio. Lo scopo principale è quello di non perdere di vista la cultura umanistica di un luogo, la sua specificità, costruita nel tempo con intrecci e confronti con altre culture”.
Info: salviamoil900.it
Salviamo il ‘900: in mostra il Nord-Ovest veronese
Ecco la presentazione di Federico Martinelli, curatore della mostra: “Dal verde della Lessinia e della Valpolicella fino all’intenso blu che domina il territorio del Garda, il colore è protagonista di un paesaggio capace di esprimere sentimenti di quiete come di energia. «L’Arte è una vitamina da mettere in circolo», sostiene il Prof. Claudio Rorato… come dargli torto? “Salviamo il ‘900” è un incontro tra artisti che hanno dato spunti importanti attraverso pittura, scultura e intarsio, ispirati da un territorio che colloca Verona tra le grandi città d’Arte italiane. Una provincia che non solo ha dato i natali ad alcuni grandi artisti, ma che ne ha visti altrettanti risiedere a lungo negli stessi luoghi, personalità internazionali che hanno segnato in maniera indelebile il corso del Novecento.
In questa esposizione troviamo paesaggi e volti che, dal segno nobile della tradizione pittorica dei maestri della scuola veronese e veneta di sapore ottocentesco, volgono verso un rinnovato modo d’intendere l’arte. Un percorso in cui l’influenza della memoria storica cede il passo alla sperimentazione: tratti e colori si fanno vibranti, cambiano i punti di vista, le prospettive si spezzano e corrono eccentricamente verso orizzonti e punti di fuga sempre diversi. È il nuovo, il Novecento, che si consacra col Futurismo. Poi l’Astrattismo, nuove sensazioni che l’artista percorre freneticamente per superare i limiti della tela, come una gabbia dalla quale liberarsi. La materia, dal garbo classico, sembra volersi dissolvere per trovare nuove forme, nuovi racconti, nuovo movimento. È il segno dell’arte, percorso in evoluzione, memoria del tempo, che dal passato trova stimolo per raccontare il contemporaneo”.
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